I BES E LE DISABILITA'?



Se il contesto scolastico abituale può facilmente risultare eccessivamente rigido e frenetico per la maggioranza dei bambini, a maggior ragione, in presenza di bisogni educativi speciali o handicap, rischia di ostacolare il loro naturale sviluppo, che meriterebbe un approccio personalizzato al massimo e rispettoso. Sono stata per quindici anni insegnante di sostegno specializzata e avrei piacere di accettare anche questo tipo di iscrizioni e di progettare un lavoro di rete con gli specialisti che seguono il bambino. Il problema è esclusivamente di natura finanziaria perchè lo stato non concede nessun tipo di finanziamenti per le scuole parentali. Nel caso in cui si renda necessaria un’insegnante o educatrice  appositamente dedicata al bambino, sarà selezionata dalla scuola e purtroppo dovrà sostenerne i costi la famiglia. 


Si accettano tutti i bambini? Sì, tutti senza eccezione, a patto che ognuno svolga il suo ruolo e si assuma le responsabilità ad esso connesse che, per un genitore, implicano a volte l'intraprendere un percorso di valutazione specialistica. Queste sono le condizioni per la riuscita del progetto. Se facessi diversamente, illuderei un genitore di poter produrre dei risultati che non arriverebbero mai e priverei gli altri componenti del progetto della giusta serenità.  Gli obiettivi essenziali sono creare un gruppo- classe che funzioni e un futuro adulto che si conosce e si accetta serenamente. Per arrivare a ciò l'unica streada possibile è costruire una comunità di adulti consapevoli ed attenti, impegnati seriamente in un cammino di crescita genitoriale continua.  

Ogni genitore, a prescindere dalla presenza o no di problemi particolari, riceve una grande attenzione ed ascolto, comunicazioni frequenti anche per informare relativamente a piccole cose, reperibilità assoluta, letture su cui riflettere insieme, valutazioni attente e suggerimenti per le questioni educative ed organizzative familiari. 


Valentina Safadi, pedagogista e insegnante